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Il corso per fidanzati e l’ingresso nella comunità parrocchiale

di Roberto Bargone

“Come spieghereste il cristianesimo a un bambino cinese, di famiglia atea o buddista, che non lo ha mai sentito nominare?”. La domanda, a prima vista ingenua, ricorre in ogni edizione del corso per fidanzati. È molto più insidiosa di quanto appaia all’inizio, e don Marco sembra divertirsi nel barcamenarsi tra le risposte impacciate dei presenti. Anche le risposte, in un certo senso, ricorrono identiche: don Marco le chiama “pie bestemmie”. “Beh, Gesù è il figlio di Dio”, dice invariabilmente qualcuno. “In che senso figlio di Dio?”, risponde don Marco, sornione, immedesimandosi nel suddetto bambino cinese. “E con chi l’avrebbe fatto questo figlio?”. Sia pure con toni rilassati, è una bella lezione di teologia in piccolo.

E così un quesito solo apparentemente innocente trasforma per qualche minuto la sala parrocchiale di Santa Maria del Rosario in un nuovo Concilio di Nicea, con don Marco nelle vesti di Costantino il Grande a presiedere l’assemblea. Manca però, fortunatamente, la figura di San Nicola, che secondo la leggenda avrebbe, proprio in quell’occasione, preso a schiaffi Ario, il presbitero di Alessandria d’Egitto che affermava la natura totalmente umana, e quindi non divina, di Gesù. Qualche affermazione pericolosamente vicina all’eresia ariana riecheggia minacciosa anche qui, ma don Marco, sempre col sorriso sulle labbra, interviene prontamente a ristabilire l’ortodossia.

Il corso fidanzati ricorre due volte l’anno, con una partenza a gennaio e una a settembre, e coinvolge un numero variabile di coppie che intendono sposarsi nel breve periodo. Non tutti sull’altare di Santa Maria del Rosario, però: Milano è una città di immigrati, e molti torneranno nel paese d’origine per la cerimonia. Come Caterina e Michele, calabresi, che si sposeranno a Vibo Valentia.

Attualmente in svolgimento c’è il primo corso dell’anno 2024. È cominciato da poco, ma nonostante questo i frequentanti già ne hanno una buona impressione. “Non abbiamo ancora socializzato, ma c’è grande potenziale, dice Giacomo, ingegnere romano che abbiamo incontrato insieme alla fidanzata, Sladana. Oppure Filippo, commercialista, che insieme alla fidanzata Marina definisce l’esperienza “molto positiva”.

La struttura del corso è collaudata: le coppie partecipano a una serie di incontri in parrocchia in cui si parla del significato del matrimonio sia come sacramento che come esperienza di vita. A coadiuvare il tutto ci sono alcune “coppie guida” formate da parrocchiani che accompagnano i fidanzatini nel loro percorso, anche accogliendoli nelle proprie case. Tra di loro c’è Claudio, sposato da ormai 14 anni, che ci tiene a specificare che “noi coppie guida non ci permettiamo di dare dei consigli, perché il matrimonio è un continuo work in progress. Anzi, sottolinea che “siamo noi stessi a porre in discussione noi stessi e la nostra esperienza, sia matrimoniale che di fede”. I temi trattati dalle coppie guida, dice ancora Claudio, “sono la pazienza, la fede, la spiritualità di coppia, insieme a tutte le tematiche che emergono durante il percorso”.

Quello a cui fa riferimento la parrocchia di Santa Maria del Rosario è un quartiere particolarmente adatto per le famiglie. Certo, il carovita e l’insensata crescita del costo del mattone a Milano è un ostacolo, e infatti questo pone un problema. Molti dei frequentanti, infatti, sono (o sono stati) studenti universitari arrivati nel quartiere per la vicinanza alle varie università, ma spesso sono in affitto. E così, al momento di allargare la famiglia, potrebbero essere costretti a spostarsi in aree in cui il prezzo delle case è meno esoso. Anche se, come puntualizza don Marco, “al momento di battezzare i figli poi tornano qui”. Un percorso in un certo senso simile lo ha fatto Federica, attuale frequentante del corso fidanzati. È cresciuta in questo quartiere, poi si è spostata in zona Garibaldi ma ha deciso di ritornare a Santa Maria del Rosario per sposarsi.

Com’è cambiato il corso per fidanzati negli anni? Secondo don Marco, “è cambiato innanzitutto con le indicazioni del Magistero. Il Papa, ad esempio, con l’indicazione apostolica Amoris Laetitia ha dato degli input nuovi. Ma anche sulla base dell’esperienza concreta, per cui alcune cose sono state modificate. Un tempo si faceva anche l’incontro col ginecologo, dato che prima non tutte le coppie erano conviventi; ora è meno necessario perché l’esperienza della convivenza riguarda quasi tutte le coppie”. Ecco la testimonianza in merito di Mattia, che ha frequentato il corso nel 2021: “Ci sono argomenti interessanti, con un’apertura che non mi aspettavo su vari temi, come la pianificazione familiare. Inoltre uno delle coppie guida è un avvocato che, una sera, ha tenuto una lezione sul diritto di famiglia.

Quello che non cambia, però, è il coinvolgimento delle coppie alla vita parrocchiale. Un percorso comunitario che spesso comincia proprio con il corso per fidanzati e continua prestando servizio in una delle tante attività legate alla parrocchia: il gruppo Bip, cioè quello dei ragazzi con disabilità, la raccolta dei vestiti e del cibo, il servizio docce, il corso di italiano per stranieri, il cineforum, i pranzi e tutti gli altri appuntamenti. Certo, non sono moltissimi quelli che rimangono coinvolti nel lungo periodo, riconosce Claudio con una punta di amarezza, ma qualcuno c’è. Così, ogni volta che inizia un nuovo corso per fidanzati, la comunità si ingrandisce, e don Marco ritorna nei panni del bambino cinese.